Respira lentamente
Sono in piedi, calmo, rilassato, appoggiato sui miei due piedi, percepisco tutto il mio corpo e la sua posizione ed estensione nello spazio, lo estendo verso l’alto e lo posiziono in equilibrio.
Ricopro con il mio veicolo l’asse centrale di energia che mi collega alla terra attraverso il primo chakra e all’Infinito attraverso il settimo.
Sto.
La mente in quiete, con la sola intenzione di assorbire la fresca e umida energia di terra che sale dai miei piedi radicati in Gaia.
Eccomi con i piedi per terra, un albero di vita in Malkut, la mia responsabilità accettata, di essere ponte tra spirito e materia.
Molto semplice, ma molto semplicistico.
Se fossi “puro”, cioè ripulito da distorsioni egoiche, avrei adempiuto ad uno degli scopi incarnativi, contribuire al disegno divino.
Ma se faccio molta attenzione alla matrice archetipale della mia mente, avverto la Belva, e l’Angelo di Malkut, i Guardiani della sfera del Regno, del decimo tarocco che gira cercando di sfuggire dal mio controllo.
Dualità
A turno si leva il ruggito del Leviatano, l’essere che null’altro vede oltre al fagocitare tutto quanto gli arriva a tiro, l’animale in difesa di sè stesso e in aggressione al “cibo” della sopravvivenza.
Lo frena la Shekinah, l’aspetto femminile divino, la Luce in profondità, che parla di amore, empatia, compassione, la voce dell’Anima in cerca di Luce.
I due si rincorrono senza posa alla ricerca di una fusione al centro di questa ruota vertiginosa.
Sono le due caratteristiche attribuite dalla Qabbalah alla decima sfera, l’ultima, il ricettacolo di ogni altro archetipo sovrastante.
La dualità qui è sul proprio campo di battaglia, e la via per ritrovare Casa è verso l’alto, in verticale.
Chi vuole può ripercorrere la via antica in senso inverso, passando, e quindi fondendo dentro di sè, gli aspetti delle sette altre sfere superiori.
L’anima e l’animus umani
La prima che si incontra Yesod, la nona, parla di procreazione, coppia, interiore ed esteriore, unione del proprio maschile e femminile.
L’ottava è la vita di gruppo, il lavoro, la società.
La settima è concentrata sulle proprie convinzioni, sentire, valori, giudizi.
La sesta ricerca l’equilibrio emotivo, la serenità del cuore, la possibilità di riconnettersi con il Tutto.
E’ il centro dell’albero e delle sette altre sfere che compongono l’anima umana, dalla quarta alla noma.
La quinta è sul pilastro del rigore, la capacità di dire di no, la forza che respinge in funzione dei propri convincimenti.
La quarta, al pilastro opposto, quello della gloria divina, è l’opposto, la forza che abbraccia, ricomprende, e diffonde.
Daath, l’invisibile
Andare oltre richiede una conoscenza, una accettazione e un intento che derivano solo dal ricomprendere al proprio interno, a livello di coscienza, il sentire di appartenere a ben altro che alla propria personalità.
Infatti il ponte di passaggio per l’intelligenza Creativa, la Madre Divina – 3 -, la Sapienza Cosmica, il Padre generatore – 2 -, e Keter, la Scintilla Creativa, il Progetto Divino – 1 -, è invisibile.
La sephirah che non esiste, Daath, non è manifestata, è ben nascosta all’interno della monade e si risveglia solo quando il retaggio divino verrà compreso e accettato in ogni singola individualità dei Molti che tornano all’UNO.
Il suo concetto, è conoscenza, ente, principio, forza unificatrice di logica e intuizione, principio maschile e femminile, visibile ed invisibile. spirito e materia, la Croce Cristica.
Il mondo dello spirito
La triade superiore appartiene al mondo di Atziluth, archetipale, connesso alla Fonte Divina, macrocosmo di passaggio per poter emanare e quindi raggiungere il piano umano. (1-2-3)
Al di sotto la triade degli Arcangeli, l’emanazione della volontà divina, al suo servizio, separata, ma totalmente spirituale, intangibile, interiore, il mondo di Briah. (4-5-6)
Yetzirah è un ulteriore restringimento, condensazione della volontà superiore, con lo scopo di assumere forme particolari, distinte, dove può apparire anche la volontà dissociativa dal progetto originale.
Le creature di questo piano sono più lontane dalla fonte, possono travisare, perchè hanno più libertà di scelta, a causa della nebbia emotiva. (7-8-9)
Eccoci a fine scala, Malkut, il mondo di Assiah, la materia, i risultati di quanto sopra, l’evidenza di quanto sopra, il mondo dell’azione e delle scelte indipendenti dalla Fonte.
Gradite una diversa descrizione?
Atziluth: Luce infinita, spirito di sostanza e potenza.
Briah: Astrale superiore, mente superiore, sè superiore;
Yetzirah: Astrale inferiore, mente inferiore, sè inferiore;
Assiah; materia , corpo, energie eteriche.
Finito?
No, è l’albero della conoscenza del bene e del male, è lo stato di coscienza nella quale si impara a discernere tra bene e male, Luce ed Ombra.
Specchiato a Malkut, si estende l’albero del cosiddetto male, delle volontà che vogliono indipendenza, convinte di poter esistere al di fuori del Progetto Originale, troppo lontane dalla Luce per comprendere.
L’oscurità travisa i concetti, non consente di poter decidere con lucidità, nasconde le proprie ombre non essendoci Luce per proiettarle e quindi non potendole riconoscere, accettare e modificare.
Le dimensioni sono infinite, quelle visibili hanno tempo e spazio delimitati, quelle invisibili hanno versi e rotondità molteplici e svincolati da causa ed effetto.
Sopra e sotto, o destra e sinistra sono contemporaneamente sotto e sopra, sinistra e destra.
Muoversi in un verso comporta una risposta dalla direzione opposta, che non conosciamo se rifiutiamo di considerarne la possibilità di esistenza.
La conoscenza, il saper vivere, richiede attenzione estrema e profondità di vedute, mente aperta e assenza di giudizio, perchè si sa troppo poco.
Mondi sconosciuti richiedono guide del posto, la nostra mente è figlia del nostro passato e del passato di chi ci ha istruito, è troppo poco per l’Infinito Intelligente.
Noi siamo tutto questo, contemporaneamente, e quindi non sorprende quali tensioni emotive, mentali fisiche e spirituali ognuno di noi, in differenti momenti della vita, debba affrontare.
Lotte ed eventi catalizzanti, che sono correnti energetiche cosmiche alle quali noi rispondiamo in virtù delle memorie acquisite durante il nostro pellegrinaggio da Malkut a Daath, riflesso di Keter.
Quante porte da aprire?
Partire dalla materia per ricomprendere la nostra parte ricettiva, comporta assorbire la componente femminile manifesta dell’emanazione divina femminile.
In termini cabalistici, ricongiungere la Shekinah di Malkut alla Madre Creativa, Binah, L’Utero Universale della Vita con Madre Natura, la datrice di vita terrena.
Sono le 50 porte della Conoscenza, da 4 a 10 sono 7, ognuna fusa in con le altre (7×7=49 ) più la sfera di arrivo = 50.
E’ la via dell’esperienza nel mondo della materia, le prove del quotidiano, dei rapporti con gli altri e con sè stessi, con le proprie idee e i propri sentire interiori ed esteriori.
Siamo alla scuola della comprensione, da acquisire, che ogni essere umano è il microcosmo nel quale si specchia il macrocosmo divino; così tanto in così … piccolo, richiede un passo alla volta e pazienza, verso sè stessi.
Qualche esempio illuminante?
Ognuno dei sette stati di coscienza manifestati -da 4 a 10- ,definiti sephirots, come accennato prima, è coesistente con tutti gli altri.
Partendo da Malkut, dall’oggi, e facendo finta che sia vera la sua duplicità, il Leviatano e la Shekinah, applicate l’immaginazione a quanto segue.
Se aggiungo a tale realtà doppia la sfera della vita di coppia -9-, avremo due estremi di convivenza altalenanti tra la schiavitù emozionale imposta e la sottomissione sacrificale accettata volontariamente.
Aggiungiamo anche il sociale, e vedremo le conseguenze di questi opposti, – frustrazioni e violenza, imposizione e sottomissione, nepotismo e svilimento -, esportati in ambito lavorativo, familiare, societario, nelle istituzioni e via dicendo.
Arriviamo alla settima sfera già ben dotati di karma evolutivo, aggiungendo la radicalizzazione del nostro sentire, il fanatismo delle nostre idee, la difesa estrema di valori totalmente distorti, ma veri e sacrosanti per noi.
Oppure la fuga in un mondo di latte e miele totalmente avulso dalla realtà, che diventa ingestibile e foriera di delusioni infernali.
Il centro
Nel sei, il cuore o è in totale emorragia inarrestabile, o ha gettato la spugna e diventa cinico e indifferente alla propria stessa vita.
Oppure si impietrisce definitivamente, chiudendo tutto il precedente in un campo morfogenetico da smaltire in diverse vite successive, a costo di ulteriore profonda sofferenza.
Vedete voi se si porta sto malloppo nella sfera di marte, come non possano scoppiare guerre, omicidi, razzismo, bullismo, falsità ipocrisia nel volere la ragione ad ogni costo, apertamente, oppure nascondendosi dietro il fanatismo creato da falsi dogmi piegati ai propri “porci comodi”. (pardon per l’espressione cruda, ma..).
E con l’aggiunta dell’ipocrisia di farlo convinti che sia per il bene degli altri, da assoggettare a credenze e “tradizioni” ormai vuote di significato.
Il lato positivo emerge solo quando i propri valori sono tanto radicati ed in equilibrio da darci la forza di lottare per il giusto, il bene, anche con mezzi estremi, ma con il rischio che prevalga il vecchio “male per pochi ma per il bene di molti”, che si presta sempre a compromessi difficili.
Oppure a dover fare scelte pesanti per noi, non comprese, avversate anche , ma risolutive di situazioni incancrenite.
Il male per il bene, sempre difficile e di forte responsabilità, roba per gente con il pelo sullo stomaco; ci sarà sempre una contropartita costosa. (la madre che denuncia il figlio drogato, e cose simili)
Solo nella gloria dell’Assoluto, il 4, sarà possibile un bilanciamento della posizione superiore, quando le braccia si allargano per consolare, comprendere, perdonare e donare libertà e serenità, in positivo.
Ma il bagaglio che ci si porta appresso potrebbe deviare verso l’imposizione becera della propria bontà, della propria comprensione e del perdono condizionato, alla visibilità, all’accettazione, o al dover mostrare tanta magnanimità a tutti i costi anche imponendosi.
Parlando di spirituale ..
..allora, siamo ancora convinti che non abbia nulla a che fare con il nostro quotidiano?
Che sia un pourparler da sala da tè, con il mignolo alzato mentre si tiene la tazzina?
E’ così facilmente accantonabile, trascurabile, ininfluente, quando ci alziamo dal letto per vivere i nostri diversi ruoli?
Di certo la consapevolezza, la conoscenza, la scelta di quale entità cosciente di sè stessa io voglia essere, a me pone diverse domande al giorno sul come esprimermi.
Accetto anche di essere una persona problematica, di mente, ma sono ormai passati molti anni da quando ho voluto dare un senso a quello nel quale non mi ritrovavo più.
Questo è un sentiero ripido, e non gratuito.
Ho compreso il consiglio di affrettarsi lentamente, perchè davanti solo a due pagine di concetti astratti, il lavoro su di sè è sconvolgente, ed esaltante allo stesso tempo.
Difficile da raccontare, ma direi simile a quello che prova un calzino quando lo rovesci.
Dal mio piccolo ho scelto quindi di fare il ce-rino, una piccola fiammella alla Luce della quale dare informazioni anche scontate, basta che richiamino anche solo la minima attenzione verso una Luce maggiore.
Augurio
Auguro a tutti che la conoscenza vada sempre di pari passo con l’intenzione di modificare sè stessi, altrimenti il conto salirebbe di troppo.
Quello che scrivo io, altri lo scrivono meglio, sono sempre le stesse cose; la verità è una sola, come già espresso in precedenza, per cui varia solo il punto di vista.
Tutto, nella tua vita, dipende da che punto guardi il tuo mondo.
Tutti ormai sono a conoscenza di sapienze antiche, ormai divulgate in massa, forse con lo scopo più di confondere o fare cassa, che di insegnare.
Tutti sanno tutti, ma quanti hanno il coraggio di cambiare il proprio modo di essere, prima di scatenare guerre intestine in ogni dove e a ogni occasione?
Quanti hanno il coraggio di affrontare anche il concetto della morte o della sofferenza, solo per mettersi alla prova e dimostrare a sè stessi, la Luce che sono convinti di possedere nel cuore?
Anche solo farsi domande, mettere dubbi ai propri meccanismi mentali, è un primo passo verso l’infinito, verso la Coscienza eterna.
Fermati a pensare, ogni tanto , datti tempo, mentre corri verso quella che in linea di massima consideri una fermata inevitabile.
Anche quella non è quello che sembra, ma richiede attenzione e cura e amore per svelare la sua vera identità.
Tutto ha un senso.
“Io ti celebrerò perchè sono stato fatto in modo stupendo. Meravigliose sono le tue opere e l’anima mia lo sa bene. – Salmo 139:14 -“.
Siamo pesci in acqua, ringraziamo l’acqua fresca e cerchiamo sempre e solo trasparenza.