La musica delle sfere

Questo concetto deriva dalla Sapienza antica, come tante cose di oggi.

Si riferisce al suono armonico dei corpi celesti generato dal loro movimento di rotazione su di loro e di rivoluzione, intorno alle proprie stelle e centri galattici.

Non è certo una novità che la musica sia … vibrazione sonora, cioè onde di energia che si propagano attraverso un … mezzo … ma denso, come l’aria.

Infatti sembra che nel vuoto i suoni non siano percepibili, ma se qualcuno ha affermato che la musica delle sfere esiste, anche se impercettibile all’orecchio umano, perchè non credergli.

In fin dei conti si chiamava Pitagora, ne sapeva un botto di numeri, geometria, scale musicali, astronomia, e aveva fondato una scuola esoterica che ha posto fondamenta di verità cosmiche.

Chapeaux.

A quei tempo non si andava tanto per specializzazioni, come oggi; il mondo vissuto, percepito, analizzato, era un tutt’UNO, niente di visibile era inanimato, tutto l’invisibile era “tangibile” ai sensi superiori, che allora, ripeto, non difettavano.

Il Divino, quel concetto che da eoni le diverse religioni si dannano per spiegare, catalogare, definire, specificare, arrogandosi l’esclusiva della sua commercializzazione,  era un concetto molto semplice.

Il Divino è Tutto quello che si può definire con i nostri 5 sensi fisici, … più tutto il resto.

La filosofia Zen ne parla come di quella cosa della quale, se se ne parla, non è il Divino, ma si può dimostrare, attraverso il cuore.

La Scuola Pitagorica godeva della vicinanza e dei contatti con l’Oriente e le sue filosofie di vita, che affondano le loro radici nella Sapienza Antica, di cui ormai restano poche briciole.

Si mormora che siano sette le chiavi che consentono di aprire le porte dei misteri dell’universo, e i monasteri del Tibet, o meglio le scuole  di Buddismo Esoterico, siano i gelosi custodi dei testi di oltre 20.000 anni fa che ne svelano gli arcani.

La famosa Qabbalah ebraica sembra ne conservi, ufficialmente, solo tre, di queste chiavi: il corpo, i numeri e la geometria.

Molto semplici anche i capitoli di questi arcani; sono 22 per questo Giorno Cosmico e finiscono con il numero 0/22, a seconda dei tipografi, il Matto, che rappresenta “La scelta”.

Infatti alcuni mazzi lo intitolano Zero, altri 22, e andrebbe anche bene… se ogni volta che ci fosse da fare scelte di libero arbitrio le alternative fossero solo  due.

Le tastiere dei pianoforti. invece, in linea di massima hanno quasi tutte 88 tasti, 52 bianchi e 36 neri, per rispettare la metrica  musicale fondata dal nostro Pitagora, e per fornire sette ottave più due note iniziali.

La tastiera finisce con un DO, e non sto a riprendere le argomentazioni di Gurdjieff sul significato delle note, della loro progressione di frequenze, della similitudine della consapevolezza e conoscenza umane con le ottave di una tastiera.

Che ci sono vari gradi di conoscenza di un medesimo concetto, e tale conoscenza varia in profondità, cioè salite di ottava e discese di ottava, tutto però con rapporti ben definiti.

Ho ripreso una delle argomentazioni di Gurdjieff.

Ma solo per ritornare al concetto del Divino, quello semplice, quello che tutti cercano, a parole, ed evitano, nei fatti, perchè bisogna saper fare musica, e bene, per stare … bene.

Da un pianoforte, uno bravo trae brani musicali di una bellezza infinita, terapeutici al punto che se ci si abbandona al piano emotivo aperto dalle note, senza tanta fatica, si ottiene l’equivalente della una meditazione trascendente.

Immagina un pianista con una tastiera lunga fino all’infinito e oltre.

Pigiando un tasto dietro l’altro, in successione armonica, ritmica, con intensità variabile, il pianista espande la sua emozione, comunica con l’esterno, proietta il suo cuore verso la realtà circostante, che risponde.

Risponde perchè riconosce il linguaggio: dei numeri, della geometria, del corpo e del resto che si è perso nel tempo.

Come ci si perde nei meandri del tempo, quando la nostra attenzione, il nostro focus razionale, molla la presa dalla materia e passa al giro superiore della spirale ritmica della Coscienza.

Perchè il processo creativo della Coscienza Cosmica procede tracciando enormi spirali nel non-tempo, espandendosi sempre più, creando sempre più armonie, sinfonie, combinazioni di temi e arrangiamenti diversi ad ogni giro di ruota.

La musica dell’esistenza, che viene suonata, è quindi un insieme di tasti singoli, di note singole, più o meno profonde che, unite, creano poesia, emanano stimoli, generano impressioni, desideri, bisogni.

Anche quello di fermarsi, di sostare ed elaborare quanto si è ascoltato finora, per poi riprendere il viaggio con una maggiore spinta e decisione.

O cambiare genere musicale.

Tutto è perfetto, nella musica delle sfere, perchè ogni strumento è armonico, segue il tempo, segue lo spartito, perchè c’è … uno spartito … per ogni strumento e per il suo strumentista.

Ognuno di noi ha un suo preciso compito in questo universo, di essere una nota della musica delle sfere.

Sempre intonata? No di certo; per ogni brano, per ogni concetto, si fanno prove che durano sui 4 miliardi e sblisga di anni, e di tali brani sembra che ce ne siano stati un milione, prima del nostro.

Per cui le steccate sono all’ordine del giorno, le tonalità individuali si devono accordare prima tra tutte loro, la tastiera deve essere accordata, e poi si può iniziare a suonare, a vibrare  tutti insieme, in accordo armonico.

Fretta? Puoi pensare di diventare maestro della tua musica in un giorno,  se in un giorno del tuo tempo terrestre cambi parere su di te, sugli altri e sul mondo circa 70.000 volte?

Molti mi chiedono lumi sui propri talenti, ed è giusto, nel jazz le improvvisazioni, le esplosioni da solista sono il sale della vita, ma l’orchestra nella quale suonare tutti i giorni è una, ed una sola.

Quindi il talento più talentuoso diventa la capacità di prender coscienza della propria armonia, del proprio tono individuale, della nota che si emette quando veniamo pigiati.

E poi sperimentare , confrontare la propria vibrazione con quella dell’UNO, con la Coscienza Cosmica, che allora risponde al nostro invito per riverberarsi, armonizzarsi e riflettersi attraverso di noi.

In modo da farci comprendere se andiamo a tempo oppure no.

Allora tutto può diventare armonia, se lo vuoi.

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