Citato da discorsi di Krisnamurti, 1981
“Siamo come due amici che, in una splendida giornata, se ne stanno seduti in un parco a parlare della vita, dei nostri problemi, indagando nella natura stessa della nostra esistenza.
E con estrema serietà ci chiediamo: perché la vita è diventata un problema così grande?
Intellettualmente siamo persone molto sofisticate e tuttavia la nostra vita quotidiana sembra non avere altro significato, se non quello di sopravvivere; e anche di questo non possiamo essere affatto certi.
Perché la vita, perché la nostra esistenza quotidiana e diventata una simile tortura?
Andiamo in chiesa, diventiamo seguaci di un capo, politico o religioso, ma questo non attenua la confusione nella quale viviamo ogni giorno.
Possiamo provare qualche momento di felicità, possiamo imbatterci in qualche gioia occasionale, ma siamo costantemente immersi nell’oscurità.
Ora, questi due amici, voi e chi vi parla, discuteranno insieme, forse affettuosamente, con interesse, con profonda attenzione, per scoprire se sia possibile vivere la nostra vita quotidiana senza il minimo problema”.
La scelta dell’altro amico
Inevitabilmente il tuo interlocutore non può essere che … te stesso.
Solo in questo modo potrai porre interesse, profonda attenzione nella scoperta del segreto di come vivere “senza il minimo problema”.
Ecco, che già questa necessità ti obbliga a seguire un metodo di analisi del “come” farlo, e qui entra in gioco il tuo piano mentale.
Il confronto tra quello che senti dentro, il tuo stato emozionale presente, e quello che pensi che dovresti sentire per essere felice, ti incatena al chiacchiericcio mentale abituale della “reazione”.
Rifiuto, lotta, frustrazione, rabbia, ecc.ecc contro quello che non ti è piaciuto; ansia, pressione, sotterfugi, imposizioni, compromessi, ecc,ecc per ottenere quello che ti è piaciuto.
Cioè le sabbie mobili del Passato, quello che hai provato da piccolo, da adolescente, da ragazzo, e che vuoi continuare a provare da adulto.
Il piacere: il piacere di essere quello che pensi di dover essere, quello che gli altri si aspettano che tu debba essere, di rivestire il preciso posto che tu pensi ti spetti nella famiglia, nel club, nel lavoro, nella società.
Il piacere di accantonare i pensieri che ti portano al dubbio che ci sia una parte di te che non rispetta questi dictat, che non è all’altezza di te, che è troppo debole, che agisce in un modo non consono all’immagine collettiva a cui vuoi aderire.
E la tua percezione conferma la verità assoluta di quanto elaborato mentalmente, attraverso le emozioni, che mano a mano provi di fronte a quello che, razionalmente, dici, logicamente, riscontri nella realtà a te esterna.
Convinzioni, film, opinioni, create sulla scorta della comodità di ritrovare confermato, dentro il tuo meccanismo mentale, il ricordo di te, delle tue esperienze per quello che sono state fino ad ieri, del conosciuto, da mantenere anche per domani.
Così anche domani vedrai lo stesso mondo, lo stesso te stesso, che si riconosce nello specchio costituito da tutti gli altri, che si comportano allo stesso modo, dandoti conferma, sicurezza, conforto, ragione di nuovo.
Tutto questo “bello/brutto” finisce nella cantina del tuo essere, nell’archivio della tua akasha personale, a volte quella che diventa, vita dopo vita, più una discarica che un serbatoio sub-conscio o totalmente inconscio di potenzialità da utilizzare.
Un essere autonomo con il quale ti confronti tutti i giorni, spinto dalla necessità di tenerlo lontano da te, perchè è quello che di te non vuoi vedere, che ti fa soffrire, e che proietti all’esterno.
La Coscienza di Essere
Esiste però, nel profondo del tuo essere, una componente che non utilizza il piano mentale per esistere, una essenza di vita che SA di essere senza dover dimostrare a nessuno di saperlo, poterlo o doverlo fare.
E nemmeno si preoccupa del COME essere, semplicemente … é …
E come si può fare ad estraniarsi da una realtà che ti tiene collegato costantemente, ti rincorre, ti lega, ti vincola, ti soffoca, non ti lascia tempo, non ti lascia spazio?
Forse pensando che questa non è una realtà “reale”, ma solo un sogno, un attimo di consapevolezza di un viaggio eterno che non ha inizio nè fine, ma semplicemente è quello che è … in questo istante.
Una realtà della Coscienza, di non-tempo e non-spazio, di non-materia e non-mente, di non-corpo e non-paura, ma solo di VITA.
E allora serve solo VIVERE, e la vita insegna come vivere senza bisogno di sapere come, semplicemente farlo, giorno dopo giorno.
Ma quanto è difficile trasmettere quello che si cerca dentro senza sapere cosa in definitiva poi si cerca esattamente.
Si rischia sempre di fare la figura del sapientone, mentre si cerca solo una panchina e un amico con cui, affettuosamente, scoprire se sia possibile vivere senza il minimo problema.
Ma per farlo bisogna prima amarsi esattamente per come si è, senza condanne, giudizio e giustificazioni, e forse, per questo, basta solo ascoltare.
Ascoltare senza schemi (Krisnamurti)
Come ascoltate?
Ascoltate attraverso le vostre proiezioni, le vostre ambizioni, i desideri, le paure, le angosce?
Ascoltate solo quello che volete sentire, solo quello che vi soddisfa o che vi lusinga?
Ascoltate solo quello che vi conforta e che attenua momentaneamente la vostra sofferenza?
Se ascoltate attraverso lo schermo dei vostri desideri, è ovvio che state ascoltando solo la vostra voce: state ascoltando solo i vostri desideri.
Ma esiste un altro modo di ascoltare? Non è forse importante scoprire come si possa ascoltare, non solo quello che dicono gli altri, ma qualunque cosa: il rumore della strada, il cinguettio degli uccelli, lo sferragliare del tram, il fragore delle onde, la voce di vostro marito o di vostra moglie o quella dei vostri amici, il pianto di un bambino?
Ascoltare diventa importante quando smettiamo di proiettare i nostri
desideri.
Possiamo mettere da parte tutti gli schermi che ci impediscono di
ascoltare veramente?
Il rumore delle parole (Krisnamurti)
Ascoltare è un’arte che non è facile acquisire, ma che porta con sé bellezza e comprensione profonda.
Ascoltiamo dalle profondità del nostro essere, ma il nostro ascolto è sempre alterato da preconcetti o dai nostri
particolari punti di vista.
Non siamo capaci di ascoltare direttamente, con semplicità; in noi l’ascolto avviene sempre attraverso lo schermo dei nostri pensieri, delle nostre impressioni, dei nostri pregiudizi…
Per poter ascoltare ci deve essere calma dentro di noi, un’attenzione
distesa, e non deve esserci il minimo sforzo tendente ad acquisire qualcosa.
Questo stato vigile e tuttavia passivo è in grado di ascoltare quello che è al dilà dei significati delle parole. Le parole portano confusione; sono solo un mezzo di comunicazione esteriore, ma per trovarsi al di là del rumore delle parole è necessario ascoltare in uno stato di vigile passività.
Coloro che amano sono capaci di ascoltare, ma è estremamente raro trovare chi sia capace di farlo.
La maggior parte di noi è troppo occupata a raggiungere degli obiettivi, a ottenere dei risultati; stiamo sempre cercando di andare oltre, di conquistare qualcosa, così non siamo in grado di ascoltare.
Solo chi ascolta veramente può cogliere la melodia delle parole.
Non lasciare spazio al pensiero (Krisnamurti)
Avete mai ascoltato il canto di un uccello? Per poter ascoltare, la mente deve essere calma, una calma che non c’entra nulla col misticismo. Io vi parlo e voi, se volete ascoltarmi, dovete stare in silenzio; non potete farvi ronzare nella testa le idee più diverse.
Quando guardate un fiore, guardatelo senza dargli un nome, senza classificarlo, senza stabilire a quale specie appartenga; solo così potete guardarlo veramente.
Ma farlo è una delle cose più difficili, proprio come è estremamente difficile saper ascoltare: ascoltare un comunista, un socialista, un politico, un capitalista; oppure vostra moglie, i vostri figli, il vostro vicino, il conducente dell’autobus, il canto di un uccello.
Potete ascoltare con estrema semplicità solo quando non date spazio a un’idea o a un pensiero: allora può esserci contatto diretto; e quando siete in contatto, capite se quello che vi dicono è vero o falso.
Non avete bisogno di discutere.